
Ho letto “L’Enigma del Toro”, libro collettivo de “I Semi Neri”, e questo è il mio commento.
Il romanzo conduce il lettore in un viaggio nel tempo, attraverso la storia della ricca famiglia Tarvisi (casata di fantasia), che ha costruito la propria fortuna sulla moda grazie alla “Tarvisi Fashion Group”. Il Marchese Gherardo Tarvisi è il patriarca di un’antica famiglia che ha origini nel Cinquecento.
Il terremoto che nel 2012 ha devastato l’Emilia fa da sfondo alla vicenda e trova precedenti quanto a fatti e distruzione nel terremoto del 1570 che colpì le città emiliane. È un filo rosso che lega nel tempo la devastazione della terra unitamente a un antico segreto su cui si fonda la fortuna dei Tarvisi.
Il simbolo della famiglia è un logo del toro con la T stilizzata, riportato sul cancello di ingresso della villa a Ca’ del Toro nella Bassa pianura modenese (località inventata) e su tutte le produzioni dell’azienda.
Cos’è allora l’enigma del toro? Quale significato ha il toro?
Il romanzo comincia con un incidente. Lo stilista e creativo Marco Antonio Tarvisi, giovane erede della famiglia, muore sulla sua Ducati nello schianto contro un Tir. Viene chiamato a condurre le indagini l’ispettore Marcello Prandi che comincerà a scoprire indizi strani sul corpo della vittima. In base a vari elementi emergerà il sospetto che i fatti si siano svolti diversamente da come sembra.
Nel corso delle indagini Prandi troverà collaborazione e sostegno in Lucrezia Guicciardi, donna giovane e avvenente della famiglia.
L’anziana Marchesa Artemisia Tarvisi, nonna di Lucrezia, conserva una lettera scritta dalla vecchia governante che contiene vicende che riguardano la famiglia Tarvisi. Nella lettera si descrive un omicidio avvenuto nel 1933, di un componente della famiglia, Carlo Alberto, il cui corpo è scomparso misteriosamente. La storia che riemerge dalla testimonianza della lettera mette in luce una scomoda verità.
Un manoscritto rinvenuto da Lucrezia racconta nuove vicende legate alla storia della famiglia.
Siamo nel 1822, la famiglia Tarvisi è protetta dal Duca di Modena, ma alcuni tramano per minare la fiducia che questi nutre verso l’anziano Francesco Maria. Nel 1820, Francesco IV emana un editto contro i rivoltosi che a Modena, come nella penisola stanno mettendo in discussione le fondamenta del potere costituito, i “Carbonari”. E Giovanni, un componente della famiglia, fa parte della Carboneria.
Il libro ci porta ancora indietro nel tempo fino al dicembre del 1750, quando Ippolito Tarvisi viene arrestato perché accusato di avere ucciso un uomo che lo ha ricattato minacciando di rivelare un segreto. Qual è il segreto di Ippolito? E perché viene accusato?
Siamo poi nel 1630, quando a Modena e in Italia la peste miete moltissime vittime. Calcante Tarvisi con il figlio Fermo attraversa la città di Modena, lungo strade deserte. Ma come mai l’anziano Tarvisi ha deciso di venire in una città devastata dalla peste, in piena estate col caldo opprimente?
Infine, nel 1570, un terribile terremoto ha colpito l’Emilia, in particolare le province di Ferrara e di Modena hanno subito notevoli devastazioni. L’antenato Padre Ruperto Tarvisi rinviene le tracce di un antico culto e inizia la scrittura del manoscritto che arriverà fino ai giorni nostri.
Nel corso delle indagini, Lucrezia Guicciardi stringe amicizia con l’ispettore Prandi. Tra i due nascerà un legame intenso e con l’aiuto della giovane donna, Prandi potrà risolvere il mistero che caratterizza la storia secolare dei Tarvisi.
“L’Enigma del Toro” è romanzo avvincente, ricco di intriganti colpi di scena con i caratteri del giallo. E il giallo si tinge di toni rosa quando l’ispettore verrà lentamente coinvolto nella storia d’amore, in realtà storia di forza e alleanza, con la protagonista della narrazione: Lucrezia, una donna che manifesta rigore e determinazione e con decisione riscatta e mette in luce la parte femminile della famiglia Tarvisi.
“L’Enigma del Toro”, I Semi Neri, Damster Edizioni, Modena 2013, pagine 299, euro 15,00.
Marisa Piccioli