Ho riletto l’antologia “Solitudine giapponese e altre storie”, Edizioni Il Fiorino, 2007 (86 pagine, 8,00 euro), la prima e storica uscita pubblica de I Semi Neri.

Il primo racconto, che dà il titolo all’opera, scritto da me (Marco Panini), è la storia di un giocatore di biliardo, eliminato in un torneo di Carambola che si è svolto in Giappone, che passa l’ultima notte prima della partenza in uno strano albergo nel quale incontra una geisha.

Una grande performance letteraria è il secondo racconto, “La conca” di Pietro Bodi, indimenticabile socio e amico paterno, oltre che grande scrittore. L’autore ricostruisce l’incontro in un paese della bassa pianura modenese fra un giornalista in disgrazia, alcuni paesani e un prete dai tratti inquietanti. La scena è suggestiva e animata da personaggi costruiti in modo magistrale dalla sua penna inimitabile e inconfondibile.

Particolarmente toccante è il racconto di Marco Ceroni dal titolo “Biancaneve”, una storia vera di autismo indotto da una famiglia insensibile e inetta. L’opera oltre che coinvolgente assume anche il carattere di una denuncia sociale.

Incredibile e originale è il racconto di Mauro Cortelloni “Sentenza allo specchio”. Col suo stile inconfondibile viaggia avanti e indietro nel tempo di vita di Claude, il protagonista, fino a una inaspettata conclusione. Tutto questo fa da sfondo a riflessioni sul senso della vita e suscita inquietanti interrogativi nel lettore.

“Il posto delle barche” di Tiziana Gorrieri è il luogo mitico dove un orfano quindicenne si rifugiava durante le sue fughe dall’orfanotrofio. Vi ritorna uomo ormai maturo dopo una vita di delusioni e si siede fra le barche del piccolo porticciolo dei pescatori che l’avevano coperto in quelle fughe e accolto nelle loro case. Qui ritrova il dolore e la delusione di quei giorni, rinchiuso nell’orfanotrofia, il “non luogo” dove visse la profonda delusione di non essere mai scelto per una vita nuova e libera.

Pieno di mistero e a tratti ermetico è il racconto di Francesco Menabue “Le ciabatte”. Con uno stile essenziale riesce a inframezzare il dialogo teso e misterioso di due amici con quello contemporaneo futile e lezioso con la vecchia madre ubriaca di uno dei due.

Molto originali sono i 4 flash su altrettanti personaggi storici di Daniela Ori, che in questi brevi racconti mette in campo la sua sapienza letteraria. Con abili tratti delinea il carattere e riscrive la storia dei personaggi alla luce di una innovativa interpretazione personale.    

Simpatica è la rievocazione di un episodio dell’infanzia di Adalgisa Pini nel suo racconto “Una pesca quasi miracolosa”. Le sue parole fanno guizzare gli innumerevoli pesci nella poca acqua di una bonifica e trasmettono tutto l’entusiasmo e l’eccitazione di una combriccola di bambini impegnati nell’insolita avventura.

Denso di ricordi è il racconto “La sostituzione” di Sandra Tassi, impegnata a tracciare le tappe della progressiva sostituzione di una giovinezza nella vecchiaia. Sono parole dense di significato, ricercate ma lapidarie le sue, che scandiscono gli snodi fatidici di una vita.

Infine, il racconto di Roberto Vaccari “Uccelli che non sanno volare”, è il poema di un sergente tedesco che dopo molto tempo dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, mantenendo fede a una vecchia promessa, ritrova un barlume di bene e quindi la sua parte di vittoria tornando nel paese che lo vide soldato della Wermacht. Un racconto bello e articolato, che si svela a poco a poco e crea un’attesa struggente che alla fine diviene la vittoria di tutti, vinti e vincitori.

Rileggendo questa mitica antologia, non solo ho fatto un balzo nel passato dei primi tempi dell’associazione di scrittori I Semi Neri, ma ho ritrovato un’opera di sorprendente letteratura, piena di geniali punti di vista sul modo di raccontare la vita.      

Marco Panini    

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