Ho letto di recente “L’enigma del Toro” de I Semi Neri, DamsterEdizioni, 2013 (300 pagine, 15,00 euro). Se cerchiamo una lettura affascinante e senza un attimo di respiro, questo romanzo fa per noi. Si tratta di un thriller che racconta la storia di una famiglia della bassa pianura modenese che si snoda attraverso cinque secoli in una sorprendente serie di scene ben concatenate e così ben narrate che in certi punti ne siamo, oltre che lettori, spettatori, come di un film o di una piece teatrale dalla sapiente regia. La promessa del titolo viene mantenuta: il clima è enigmatico e si profonde e declina nel ventaglio completo di atmosfere che caratterizza la narrativa: c’è la suspense del giallo, il gusto forte e macabro del thriller, il rassicurante scenario del romanzo storico; si assaporano tutte le sfumature dei sentimenti e delle passioni delle storie d’amore, si vivono l’azione e la logica analitica del poliziesco, così come la delicatezza dei trasporti mistici e religiosi. E non poteva mancare un tratto decisamente esilarante, per come è narrato un indimenticabile pranzo famigliare. Tutto è perfettamente innestato e congeniato da lasciare il lettore sazio di sensazioni e impressioni. Pagina per pagina, fino all’eccellente finale, il romanzo ci mostra come gli Autori siano anche profondi e lucidi conoscitori non solo dell’animo umano in quanto tale, ma anche delle sue specificità, cioè del maschile e del femminile. I personaggi, come si muovono, parlano e pensano, sono sapientemente caratterizzati secondo l’epoca storica in cui vengono fatti vivere, tanto che le scene ambientate, per esempio, in epoca fascista, a noi ancora storicamente vicina, risuonano autentiche e sincere nella loro drammaticità. Ma destano forti emozioni anche tutte le altre vicende che si svolgono in un arco temporale dal Cinquecento ai giorni nostri, inseguendo le vite e gli intrighi dei “Tarvisi”, la famiglia protagonista del romanzo. Come è nel loro riconoscibile stile, I Semi Neri non mancano di lanciare al lettore stimoli per approfondimenti della storia del territorio intesa nel suo complesso: dai personaggi che l’hanno segnata, ai luoghi caratteristici, fino alle dinamiche interpersonali stesse, tipiche del tessuto sociale nel quale siamo innestati, e ci confermano come anche le parlate e il modo di relazionarsi identificano un’epoca e un ambiente specifico tanto quanto i grandi eventi di storia e di cronaca. Sullo sfondo, assistiamo ai due grandi terremoti che hanno notoriamente sconvolto alcune province dell’Emilia-Romagna, Modena compresa. Nonostante la distanza di 500 anni l’uno dall’altro, qui si fanno eco nel ricondizionare tragicamente i destini di ciascuno e segnarne la storia. Superba resta la narrazione del devastante terremoto del ‘500. Gli autori non mancano di donarci più livelli di lettura: se dalle macerie del primo terremoto si gettano le basi di una dinastia che durerà cinquecento anni, il successivo grande evento tellurico ne farà tremare definitivamente le radici, dalle quali partirà una ricostruzione. Ma è meglio non dettagliare. Ne “L’enigma del Toro” i Semi Neri hanno mostrato la loro eccellenza: una prova di bravura insuperabile. Questo li caratterizza e li conferma come presenza letteraria che dona ricchezza e lustro al territorio e un’ottima scuola con la quale confrontarsi per chi vuole cimentarsi con la scrittura, iscrivendosi all’Associazione. Veramente un’occasione da non perdere.

Elisabetta Ronchetti

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